Lettera al quotidiano locale

Buongiorno signor giornalista, lei non mi conosce ma io si, perchè la leggo tutti i giorni. Mi chiamo Isaele, e la mia ragazza si chiamava Elettra.
Allora succede che un mio parente che non c'è più mi da la sua vecchia casa, e visto che per me e Elettra è troppo grande e tutta da sistemare e ci vogliono troppi soldi, decido di rivenderla per comprarne un'altra.

A parte che per rivenderla sono stato obbligato a pagare dei soldi a un ente, anche se non c'è nessuna legge che dice che devo pagare per forza. Ma senza quei soldi i notai si rifiutavano di fare la pratica. Noi poi non abbiamo tanti soldi da dare all'avvocato e non volevamo aspettare anni e anni per il processo, quindi abbiamo pagato e abbiamo potuto vendere.

Coi soldi presi io e Elettra abbiamo deciso di prendere un'altra casa.
Visto che le case costano un mucchio di soldi e a noi le banche un mutuo di cinquant'anni non lo fanno perché non abbiamo abbastanza redditi (sa signor giornalista, siamo due di quei lavoratori moderni che li chiamano precari), abbiamo tentato di comprare una casa fuori città e per di più all'asta.

Non ci crderà signor giornale ma siamo riusciti a prendere la casa ad un prezzo ragionevole, non a quei prezzi assurdi che ci sono in città.
Ma l'incredibile signor giornalista, è che l'asta l'abbiamo vinta ma dopo sei mesi ancora non mi avevano dato le chiavi... eppure io i soldi li avevo già pagati tutti...

Com'è possibile signor giornalista che io compro una casa, pago e non mi ci fanno entrare? All'ufficio mi hanno spiegato che la casa era nostra, ma non del tutto nostra finchè quelli del tribunale non fanno un foglio di trasferimento, e che ci potevano volere mesi. Così signor giornalista, io ho pagato per una casa che non è del tutto mia e quando ho chiesto al geometra che aveva le chiavi di farmi almeno entrare a prendere qualche misura, sa per andare all'Ikea per i mobili, sembrava mi avesse fatto un piacere, perchè lui era sempre impegnatissimo. Ma lo pagheranno pure per fare il lavoro che fa...

Fatto sta che alla fine la casa diventa nostra e io vado a fare in banca il mutuo a tasso variabile... Mica me lo facevano prima il mutuo, senza il foglio del trasferimento, perchè la casa era mia ma non proprio. Fortuna che c'erano i soldi dell'appartamento del parente ed ho potuto pagare lo stesso.

Adesso sono passati cinque anni da questa storia e le rate del mutuo hanno continuato a salire. In banca mi hanno detto che il tasso variabile funziona così ma io, col mio lavoro di precario non ci sto più a pagare il mutuo, la macchina (che mi serve per andare a lavorare) e a mangiare...

Per di più Elettra non sta più con me e si è messa col maestro di tango, così le rate del mutuo sono tutte a carico mio...

Quindi le ho scritto questa lettera signor giornalista per salutarla, a lei che mi tiene compagnia tutti i giorni... ho deciso che vado in cucina e mi bevo tutta una buona bottiglia di wiskey del Lidl e mi mangio tutte le pastiglie che trovo nella scatola dei medicinali, il fertilizzante per il giardino, e mi sparo anche quella roba che serve per uccidere gli scarafaggi...

se non muoio spero almeno di rimanerci scemo, altrimenti non so proprio come fare.

Grazie ancora per la compagnia signor giornalista. Per una volta approfitto delle sue pagine per salutare tutti i miei amici.

Ciao a tutti, da Isaele.

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